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Dopo 100 giorni


Anche Newsweek promuove a pieni voti Berlusconi

Dario Caselli
13 Agosto 2008
Cento giorni da miracolo. Il lusinghiero bilancio dei primi tre mesi di operato del quarto governo Berlusconi è arrivato direttamente dagli Stati Uniti e precisamente dalla rivista “Newsweek”, che negli anni passati non ha lesinato critiche al nostro Paese.
Invece stavolta giunge una promozione con lode per l’Esecutivo guidato dal Cavaliere con un articolo dal titolo eloquente: “Miracolo in cento giorni”. Ed appunto il magazine d’oltreoceano precisa che “nei suoi primi 100 giorni al potere Silvio Berlusconi può aver compiuto l’impossibile: ha stabilito un controllo su questa apparentemente ingovernabile nazione a un livello senza precedenti nella moderna storia italiana”.
Secondo l’analisi degli statunitensi in Italia oggi “i partiti dell’opposizione sono impantanati nei loro bisticci e Berlusconi, primo ministro per la terza volta dal 1994, ha un’approvazione del 55 per cento, superiore a quella di Gordon Brown in Gran Bretagna, Nicolas Sarkozy in Francia e Josè Luis Rodriguez Zapatero in Spagna”. Da qui la considerazione che, mentre il governo Prodi era ostacolato da un’esile maggioranza al Senato e da una coalizione di nove partiti, Berlusconi “ha saputo sfruttare una legge elettorale del 2005 che ha cancellato i piccoli partiti” portandolo a una “sorprendente vittoria a valanga dalla quale l’opposizione sta ancora cercando di riprendersi”.
Un Berlusconi che in sostanza rispetto a sette anni fa ha “perso poco tempo nel consolidare la propria autorità”. Infatti “dopo dieci anni di crescita economica vicina allo zero gli italiani chiedono sicurezza finanziaria e di altro genere. E Berlusconi lo sta facendo con una competenza da pugno d’acciaio in guanto di velluto”. Ma a colpire in particolare la rivista a stelle e strisce è stato il modo con cui il premier ha affrontato sia la vicenda rifiuti in Campania: “Emblematica è stata la sua capacità di pulire le strade di Napoli”; sia il tema criminalità: “Con la stessa determinatezza ha affrontato la percezione che il crimine violento sia in crescita”. Atteggiamenti che per “Newsweek” “potrebbero dare a Berlusconi la copertura per affrontare alcuni dei problemi più profondi dell’Italia”.
Non c’è che dire, più di una promozione per questo governo che ha rscontrato il plauso della maggioranza dove proprio il ministro Rotondi dice di non essere meravigliato dall’editoriale di “Newsweek” visto che “è sotto gli occhi di tutti lo straordinario lavoro fatto finora dal presidente del Consiglio e da tutto l'esecutivo”. Imbarazzo, invece, dall’opposizione in cui è evidente l’impaccio per un articolo di una rivista che proprio spesso dal centrosinistra avevano utilizzato come arma contro lo stesso Berlusconi. Così solo Paolo Gentiloni, responsabile della comunicazione del Pd, riesce a replicare invitando gli esponenti della maggioranza affinchè “ leggano bene quello che scrive “Newsweek”, perchè accanto ad alcuni giudizi positivi c’è anche la constatazione di un profondo malessere sociale ed economico del Paese”.
Editoriali a parte però sono proprio i dati di questo primo scorcio della legislatura a confermare le lusinghiere analisi di “Newsweek”. Infatti non è un caso, che fino ad ora le leggi approvate siano il doppio rispetto ai primi cento giorni del governo Prodi. In tutto dodici, di cui undici come conversione di decreti legge e solo un disegno di legge: il “Lodo Alfano”. Provvedimenti tutti di ispirazione governativa, il che permette già di individuare questa Legislatura come quella in cui il governo svolgerà un ruolo di guida ma anche di forte impulso nell’attività parlamentare. Un aspetto che però alla lunga potrebbe incidere negativamente relegando Camera e Senato al ruolo di semplici uffici di ratifica delle decisioni prese dal governo. Ciò spiega anche la lettera che giorni fa i capigruppo Cicchitto e Gasparri hanno inviato allo stesso Berlusconi proprio per creare una sorta di “cabina di regia” con l’intento proprio di un maggiore coinvolgimento dei parlamentari nelle scelte governative.
Tornando ai numeri tra le dodici leggi oltre il lodo Alfano, che ha stabilito un record particolare e cioè di soli venti giorni per l’approvazione, troviamo normative importanti come il decreto legge sull’emergenza rifiuti, che ha permesso alla Campania di uscire dalla crisi, o quello sulla sicurezza. Senza dimenticare quello sul potere d’acquisto delle famiglie, che ha eliminato l’Ici, o il disegno di legge che ha portato all’approvazione del Trattato di Lisbona. Come detto facendo un raffronto con la scorsa legislatura risalta il maggiore impegno di questo governo visto che allora furono appena sei i provvedimenti varati. La metà, quindi, e tutti d’iniziativa governativa.
Dal governo al Parlamento, qui sul fronte del numero complessivo delle sedute finora al Senato sono state 48 per 110 ore complessive, mentre Montecitorio si è fermato a 44 sedute ma con più ore di lavoro: 240. Sempre dando uno sguardo a quanto fatto nella scorsa legislatura alla Camera sono quasi 100 le ore in più , visto che allora furono complessivamente 149. Ma è il dato del Senato che fa maggiormente riflettere visto che rispetto alla XV legislatura a Palazzo Madama prima della pausa estiva furono soltanto trenta le sedute dei senatori. Quasi venti riunioni d’Aula in meno, un dato che la dice lunga sullo scarso impegno del Senato. Inferiore anche il numero delle sedute della Camera quando era guidata da Fausto Bertinotti. Allora furono 36 contro le 44 attuali.
La conferma di una ridotta attività del Parlamento nell’era della vittoria dell’Unione, una vittoria che poi si dimostrerà più fragile del previsto. Non manca nemmeno qualche curiosità in questa prima fase di legislatura come quella del numero complessivo dei progetti di legge presentati che alla Camera sono stati 1.534 proposte di legge di cui 1.501 di iniziativa parlamentare, 22 del governo, sette delle regioni e quattro di iniziativa popolare. A Palazzo Madama invece in totale sono 940 i disegni di legge, ai quali si aggiungono i 12 trasmessi dalla Camera per un totale di 952. Venticinque sono quelli di iniziativa del governo, 921 d’iniziativa parlamentare, 4 di iniziativa popolare e due dei Consigli regionali. Infine i promossi ed i bocciati: la “maglia nera” per le assenze al voto tocca a Mirko Tremaglia del Pdl, che non ha partecipato a nessuna votazione da fine aprile ad oggi. A seguire Piero Fassino, assente all’85 per cento delle votazioni ed Antonio Angelucci del Pdl con l’83 per cento delle assenza. Il record invece per il numero maggiore di proposte di legge spetta ad Angela Napoli, deputata del Pdl con 66 proposte di legge, seguita da Luca Volontè dell’Udc con 51 progetti di legge e Francesco Colucci del Pdl con 33 proposte di legge.

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