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La deputata interviene dopo la
revoca del programma di protezione

Caso Grasso, per l'on. Napoli
la decisione appare punitiva
La questione del testimone di giustizia
posta all'attenzione della Commissione antimafia

Marialucia Conistabile

Una decisione «grave», che suona come «una punizione»; decisione sottoposta all'attenzione della Commissione nazionale antimafia e sulla quale è stato chiesto l'intervento del presidente dell'organismo, onorevole Francesco Forgione affinchè intervenga «per sanare la grave situazione».All'indomani della notizia della revoca del programma di protezione nei confronti del testimone di giustizia Giuseppe Grasso, interviene l'on. Angela Napoli, nella sua qualità di coordinatrice del Comitato antimafia sui testimoni di giustizia. La deputata di An, in una nota, evidenzia la sua preoccupazione per la decisione assunta dalla Commissione centrale ex art. 10 legge 82/91 – che "aderendo alle valutazioni della Direzione nazionale antimafia e dovendosi discostare dal parere reso dalla Dda di Catanzaro, in ragione della gravità dei comportamenti serbati dall'interessato che, nel bilanciamento degli interessi, devono ritenersi assolutamente prevalenti sui profili attinenti la collaborazione" – ha deliberato la revoca delle speciali misure di protezione nei confronti di Grasso, estromettendolo dal programma.Una scelta non condivisa dall'on. Napoli la quale, tra le altre cose, sottolinea l'importanza dei testimoni di giustizia «nel contrasto alla criminalità organizzata; la loro denunzia e il loro coraggio – rileva – sono risultati fondamentali per assicurare alla giustizia coloro che usurpano, attraverso racket e usura, il bene altrui quasi sempre conquistato con anni di lavoro e di sacrifici». Al tempo stesso la coordinatrice del Comitato antimafia sui testimoni di giustizia, ricorda quanto le «audizioni di numerosi testimoni in Commissione parlamentare», l'hanno convinta «della necessità di tutelare, con maggiori garanzie, tali figure, rispetto a quanto previsto della legge 45/2001. Tant'è che, proprio in tal senso, ho approntato una relazione che verrà discussa, e mi auguro approvata, entro il corrente anno dall'intera Commissione».E relativamente al "caso Grasso", l'esponente di Alleanza nazionale ribadisce: «Proprio perché dovrebbe essere riconosciuta pienamente la specificità della figura del testimone di giustizia e lo Stato dovrebbe essere maggiormente rispettoso di tale ruolo, non posso condividere la decisione della revoca del programma di protezione per Giuseppe Grasso». E dopo aver sottolineato d'essere a conoscenza del fatto che il testimone non sia di carattere "facile" l'on. Angela Napoli aggiunge: «Ma come è possibile accettare la scelta della Commissione centrale, decisa l'8 novembre 2007, all'indomani della sentenza di condanna a otto anni di Pantaleone Mancuso, uno dei capi dell'omonima cosca, conseguente proprio all'accusa di Grasso? Non solo – prosegue la deputata – ma Giuseppe Grasso, il 21 novembre scorso, ha ancora testimoniato nell'importante processo "Odissea" contro i La Rosa di Tropea, per ben quattro ore e il 4 dicembre prossimo dovrà essere risentito, mentre la moglie, Francesca Franzè (alla quale non è stato revocato il programma di protezione) dovrà deporre sempre nel citato processo "Odissea"». A parere dell'on. Napoli «saranno forse pure coincidenze le date di riunione e di deliberati della Commissione centrale, ma la decisione di revoca non può che apparire punitiva per Grasso, negando quasi il coraggio che lo stesso ha avuto e sta continuando ad avere nel testimoniare contro gli uomini della 'ndrangheta vibonese». La componente della Commissione antimafia conclude col ribadire la sua vicinanza al testimone di giustizia Giuseppe Grasso e alla sua famiglia, al fianco dei quali intende rimanere.Il provvedimento della Commissione centrale non riguarda la moglie di Grasso, Francesca Franzè anche lei testimone di giustizia, e i loro due figli. Infatti secondo quanto verbalizzato nella riunione del 22 novembre, l'organismo centrale precisa che la revoca del programma, stabilita nella riunione dell'8 novembre scorso, "deve ritenersi riferita al solo testimone di giustizia Giuseppe Grasso e non anche al suo nucleo familiare".Contro la decisione di revoca, comunque, l'avv. Giovanna Fronte, che rappresenta Grasso, sta preparando ricorso al Tar.
(venerdì 30 novembre 2007)