Petizione popolare per lo Scioglimento del Consiglio Regionale della Calabria

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23 febbraio 2008


Critiche della parlamentare di An a Prodi per la questione degli incarichi commissariali, fra cui quello di De Dominicis allo scalo gioiese
Angela Napoli: «Altro che regione prediletta»

Teresa Munari


ROMA
«Il Presidente del Consiglio dei Ministri, Romano Prodi, si ritira dalla politica, ma mantiene il suo dominio sul porto di Gioia Tauro, blindando, con un anticipo di quattro mesi sulla scadenza, il rinnovo dell'incarico al commissario Rodolfo De Dominicis».
Esordisce così l'on. Angela Napoli che spiega: «È, infatti, dell'altro ieri l'approvazione, da parte della Camera dei Deputati, del famoso decreto "Mille Proroghe". Tale decreto, all'articolo 22sexies, prevede la "istituzione, durata e compiti del Commissario delegato alla gestione del piano di sviluppo per il Porto di Gioia Tauro". Il presidente Prodi, quindi, trasforma il suo commissario straordinario, ing. Rodolfo De Dominicis, di cui ad Dpr 23 maggio 2007, in commissario delegato alla gestione del piano di sviluppo per il Porto di Gioia. La carica del commissario delegato durerà, addirittura, sino al 31 dicembre 2009, con una previsione di spesa di ben 600.000 euro per l'anno 2008 e di 750.000 euro per l'anno 2009, da prelevare sul capitolo 1096 dello stato di previsione del Ministero dei Trasporti».
Già un anno fa con una interpellanza il deputato di An si era rivolta a Prodi e ai suoi ministri dell'Economia, dello Sviluppo economico, delle Infrastrutture e dei Trasporti, chiedendo chiarezza «sulla sovrapposizione delle competenze incaricate da Palazzo Chigi con mandato commissariale per governare a vario titolo il porto di Gioia Tauro».
Con un atto ispettivo la Napoli tentava di capire perché, «al di là dell'Autorità portuale, cui la legge 84/94 attribuisce il governo completo dell'area portuale di pertinenza con il compito di indirizzare, programmare, coordinare, promuovere e controllare le operazioni portuali, le attività commerciali e industriali, con poteri anche su sicurezza e igiene», il presidente Prodi ritenesse necessario «insediare in quell'area l'ing. Rodolfo De Dominicis quale commissario straordinario del Governo per lo sviluppo del porto e della pertinente area di Gioia Tauro», e chiedeva espressamente,
considerato l'affollamento dei commissari straordinari e delle Autorità statali che vi insistono per legge, «quale fosse per il presidente Prodi e il suo Governo l'autorità che decide e comanda per il porto di Gioia Tauro» e soprattutto chiedeva di conoscere «le reali programmazioni del Governo nazionale per il futuro del porto di Gioia Tauro e per lo sviluppo e l'occupazione della Piana di Gioia Tauro e della Calabria».
Una interpellanza rimasta senza risposta e che la XV legislatura porta in soffitta con la sua archiviazione. Ma non il mandato per il prof. De Dominicis, in scadenza il 23 maggio 2008, cui il Governo Prodi ha blindato il rinnovo, sempre che il dispositivo esca indenne dal voto del Senato previsto martedì.
Scrive la Napoli: «Il presidente del Consiglio, peraltro sfiduciato dal parlamento, prima di lasciare Palazzo Chigi, anziché verificare se l'attività dell'ing. De Dominicis, rappresentata, dopo un anno dalla sua nomina, solo da uno "Studio di fattibilità" di 78 pagine di copia/incolla di atti e piani prodotti a vario titolo in questi anni per il porto calabrese, possa considerarsi produttiva per lo sviluppo del territorio, preferisce continuare a proteggere la confusione delle competenze, attraverso inutile sperpero di denaro pubblico. E nel frattempo continua a porre a rischio la polifunzionalità della stessa area portuale».
«Ma non basta – conclude la Napoli –, il presidente del Consiglio dei ministri, non ancora contento decide anche di far impugnare dal Governo la legge regionale n. 27 del 28 dicembre 2007, con la quale la Regione aveva inteso bloccare il raddoppio del termovalorizzatore di Gioia Tauro. Il destino di questa area sarà quello di divenire la "pattumiera" dell'intera Calabria. Altro che Regione "Prediletta!».