Petizione popolare per lo Scioglimento del Consiglio Regionale della Calabria

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16 maggio 2008
Reggini in parlamento
L'esponente di Alleanza Nazionale analizza i problemi calabresi
e indica la traiettoria del suo impegno alla Camera dei deputati

Angela Napoli: quello che le donne fanno«I tempi sono difficili ma dobbiamo credere nella possibilità di riscatto di questa meravigliosa terra»
di Pino Toscano

L'on. Angela Napoli vanta diverse legislature e ha maturato esperienze significative, come quella di vicepresidente della Commissione nazionale antimafia. Con un impegno più volte sottolineato pubblicamente da Fini, che la considera una delle migliori risorse del partito.
– La prima sensazione, a giudicare dalle scelte territoriali di ministri e sottosegretari, è che questo governo non abbia uno sguardo attento alla Calabria, anzi la consideri quasi un fastidio. È una sensazione superficiale?
«Voglio sperare che tale sensazione, peraltro comune alla quasi totalità dei cittadini calabresi, sia davvero superficiale. I problemi della Calabria sono tali che sarebbe stato impossibile pensare di colmarli con la nomina di un ministro. Dovranno essere governo e parlamento a dare soluzione alle esigenze della Calabria, ma soprattutto sarà compito dei parlamentari calabresi fare da pungolo affinché questa regione venga aiutata a diventare competitiva».
– Lei si batte per la legalità. Una battaglia sempre più difficile nella nostra regione, stando agli ultimi eventi. Non le capita mai di avvertire un senso di sconforto?
«Non nascondo che i momenti di sconforto sono tanti e che nascono in me soprattutto quando rilevo che parte delle istituzioni calabresi non lavora per garantire il rispetto della legalità e quando sono costretta a prendere atto che le mie battaglie vengono strumentalizzate. Ritengo però, al di là delle mie sensazioni, che oggi molti cittadini stiano vivendo con grande inquietudine la situazione di enorme pericolo prodotta dall'escalation della 'ndrangheta, specie nella Piana di Gioia Tauro».
– Mentre, tuttavia, la lotta alla 'ndrangheta ottiene risultati, si scopre che la procura di Reggio è infestata di cimici, talpe e corvi. Un paradosso che certo non aiuta i cittadini ad avere fiducia nella magistratura.
«Gli episodi registrati sono solo l'ultima dimostrazione dell'aria, certamente non salubre, che da tempo si vive nella procura reggina. Sono certa, però, che quanto è emerso a Reggio sia comune ad altre strutture giudiziarie calabresi. Il tutto mi appare come frutto di ingiustificate "rivalità" tra gli stessi magistrati, che finiscono col non dare un "buon servizio" all'intera amministrazione della giustizia. Questi episodi, che peraltro minano la fiducia dei cittadini nei confronti della giustizia, contribuiscono infatti, a mio avviso, ad intaccare anche l'autonomia costituzionale della stessa magistratura. Nel ribadire sincera solidarietà a tutti quei magistrati che con la loro seria attività quotidiana contribuiscono ad assicurare un vero contrasto alla 'ndrangheta e alle sue collusioni, voglio aggiungere l'invito a ricordare che i calabresi hanno sete di "giustizia vera". Mi sembra, altresì, corretto ricordare che la politica deve fare la sua parte, assicurando norme legislative che mettano i giudici nelle condizioni di garantire la giustizia e, quindi, l'effettività della pena».
– La sicurezza è il tema del giorno. Ma nelle grandi città si sta scatenando la caccia al rom. Il sindaco di Reggio ha risolto il problema, lasciato a marcire per decenni, agendo contemporaneamente sul versante della bonifica del sito e su quello dell'inclusione sociale dei nomadi. Il "metodo Scopelliti" rischia di essere sostituito dalle molotov. Possibile che non si capisca?
«Non è un caso che Scopelliti risulti tra i sindaci più amati dagli italiani. Le sue scelte sul problema dei rom hanno evitato a Reggio quanto sta accadendo a Napoli. È un esempio da seguire».
– Reggio ha undici parlamentari. È il numero delle squadre di calcio. Un gioco collettivo. Può funzionare anche in politica?
«Sono convinta che sul tema della crescita della collettività non ci si può dividere. La partita in Calabria è in "gioco" e la si può vincere solo con una "intesa di squadra"».
– Si riparla del Ponte e dell'Alta velocità ferroviaria. È il tempo della svolta?
«È sicuramente giunto il tempo di definire quella svolta iniziata nel 2001 e, pertanto, non si potrà che ripartire da quelle opere rimaste incompiute per volontà del governo Prodi e di qualche suo ministro».
– Il turismo è una delle grandi scommesse. Reggio ci crede e, in qualche misura, si è messa in cammino. Si può fare?
«Il turismo rappresenta per l'intera Calabria una delle grandi risorse di sviluppo. Purtroppo fino ad oggi non è stato considerato come tale, vuoi per mancanza di cultura adeguata, vuoi per carenza di interventi politici mirati. Basterebbe verificare come sono stati utilizzati i finanziamenti in questo settore, che necessiterebbe, ribadisco, di scelte strategiche e trasparenti. Va riconosciuta la capacità, in controtendenza, dell'amministrazione Scopelliti. Reggio è diventata polo di grande richiamo turistico e culturale».
– Certo, però, se continua la media di tre auto incendiate a notte e non si prendono mai i responsabili...
«Purtroppo gli effetti della criminalità, non solo di quella organizzata, sono verificabili in tante altre città calabresi e nazionali. Questa piaga resiste, nonostante l'abnegazione delle forze dell'ordine, per l'impossibilità di una efficiente azione di controllo dovuta alla mancanza di un adeguato supporto finanziario. L'ultima legge finanziaria varata dal governo Prodi ha infatti cancellato ingenti risorse. Sono certa che i provvedimenti dell'esecutivo Berlusconi garantiranno particolare attenzione al settore della sicurezza».
– La Regione sembra finita in un vicolo cieco. E lo stesso centrodestra non brilla per vivacità.
«La Regione Calabria è entrata nel "vicolo cieco" all'indomani dell'omicidio Fortugno e non è più riuscita a individuare le strategie necessarie per uscirne. Il fallimento della gestione politica, il coinvolgimento in procedimenti giudiziari di buona parte dei consiglieri, la decretazione di emergenza in molti settori, tra cui quello della sanità, comporterebbero un gesto di responsabilità da parte della giunta. Purtroppo l'opposizione ha la colpa di non essere riuscita a far sentire la sua presenza».
– Buttafava diceva: la vita è bella nonostante. Dobbiamo sperare "nonostante"?
«Guai se perdessimo la speranza! Abbiamo creduto per tanti anni nella possibilità di riscatto di questa meravigliosa regione; riscatto fino a oggi negato, a causa della presenza della criminalità organizzata e del sistema di malaffare e di corruzione che ha coinvolto buona parte delle istituzioni e della società. Devo dire, però, che nonostante tutto si incominciano a vedere sprazzi di luce, anche grazie al "sistema Scopelliti" a Reggio o al "sistema Traversa" a Catanzaro. I cittadini calabresi nelle ultime elezioni politiche hanno dato un grande segnale di consenso al Popolo della Libertà. Adesso tocca al governo e a noi parlamentari calabresi non deludere la fiducia riposta e non mortificare le speranze».